Il nostro organismo ha un “sistema di allarme” (l’asse dello stress) che entra in azione per proteggerci dai pericoli o da eventi che noi percepiamo come tali.
Originariamente, questi pericoli derivavano da aggressori o predatori ed erano collegati alla nostra sopravvivenza e sono quelli che, ancora oggi, attivano l’asse dello stress negli animali. Questi pericoli, nella nostra società, sono rari al giorno d’oggi, ed in gran parte sostituiti da eventi che noi percepiamo come stressogeni, cioè, pericolosi. Nella vita moderna il pericolo legato ai predatori o agli aggressori è sostituito dalla pressione esercitata da carichi di lavoro, da scadenze finanziarie, dalle preoccupazioni legate alla nostra salute e a quella dei nostri cari; anche le pressioni legate alle competizioni, incluse quelle sportive o di carriera, rappresentano eventi che attivano l’asse dello stress. Il cervello percepisce questi eventi come un pericolo per il nostro organismo e, per questo motivo, possiamo sentirci sotto attacco.
Come funziona l’asse dello stress?
Quando ci confrontiamo con un evento pericoloso (stressogeno) viene attivata un’area del cervello, l’ippocampo, che mette in allarme tutto l’organismo. L’attivazione di questo sistema di allarme determina il rilascio di ormoni (adrenalina e cortisolo) da parte delle ghiandole surrenali, localizzate nell’addome, subito sopra i reni.
L’aumento dell’adrenalina è responsabile della risposta rapida del sistema dello stress che consiste nell’aumento del battito del cuore e della pressione arteriosa e dà la sensazione di maggiore carica ed energia. Il cortisolo, che è l’ormone principale dello stress, viene rilasciato attraverso il sistema dell’ipotalamo e dell’ipofisi, e aumenta lo zucchero (glucosio) nel sangue e ne aumenta l’utilizzo da parte del cervello; inoltre, aumenta la disponibilità di varie sostanze che contribuiscono alla riparazione di vari tessuti.
Un evento stressogeno determina la risposta dell’organismo attraverso un insieme di fenomeni che sono racchiusi nello stress momentaneo o acuto. In questa fase, il nostro organismo si prepara a combattere il pericolo (evento stressogeno); si tratta di una risposta momentanea e, una volta terminato il pericolo, tutte le nostre funzioni tornano come erano prima, inclusa la frequenza del cuore, lo zucchero nel sangue, ecc.).
Da un punto di vista molecolare, un evento pericoloso, cioè stressogeno, porta ad uno stato di infiammazione lieve; nello stress acuto il cortisolo contribuisce a spegnere i fattori di infiammazione che sono liberati nella fase iniziale dello stress.
Dall’altra parte, il cortisolo blocca quelle funzioni che non sono necessarie per la risposta di combattimento o di fuga che è quella con la quale ci confrontiamo in caso di pericolo. Il cortisolo, modifica il sistema immunitario, blocca l’apparato digestivo, la funzione sessuale e riproduttiva e i processi di crescita (in una fase di pericolo per la vita, queste funzioni non sono essenziali e vengono momentaneamente bloccate). In aggiunta, il sistema di allarme dello stress comunica con quelle aree del cervello che regolano il comportamento, la paura e le motivazioni.
Quindi l’attivazione dell’asse dello stress determina dei cambiamenti, fisici (aumenta il battito del cuore, aumenta la respirazione, aumenta la pressione sanguigna, aumenta lo zucchero nel sangue) e comportamentali (aumento lo stato di allerta, e l’attenzione, e prepara l’organismo ad un comportamento, ad esempio quello di combattere oppure di fuggire dall’evento pericoloso).
In definitiva, la liberazione di cortisolo nello stress acuto porta il nostro organismo al punto di partenza, spegnendo l’infiammazione.
Il problema principale riguarda lo stress cronico, quella condizione nella quale l’evento pericoloso continua ad essere presente, non è stato superato nella fase acuta o si ripresenta ripetutamente. In caso di stress cronico la situazione cambia radicalmente
Quando la naturale risposta allo stress diventa pericolosa?
L’attivazione dell’asse dello stress è, in linea generale, un evento che ha una breve durata e che si esaurisce spegnendo i fattori infiammatori: è il cortisolo che in questa fase iniziale svolge la nota azione anti-infiammatoria, riportando il nostro organismo in condizioni normali.
Tuttavia, quando gli eventi stressogeni continuano ad essere presenti e ci sentiamo continuamente sotto pressione o sotto attacco, il sistema dello stress rimane sempre attivo.
L’attivazione continua del sistema dello stress determina un aumento del cortisolo e di altri ormoni che hanno conseguenze negative sulle funzioni del nostro organismo. In conseguenza dell’effetto cronico (continuativo) del cortisolo sul sistema immunitario, si verifica uno stato di infiammazione cronica, lieve e inapparente, che, in maniera paradossale è sostenuto dalla continua produzione di cortisolo.
Quando lo stress diventa cronico la produzione di cortisolo è stimolata ma non vi è una tale sovraproduzione che possa essere documentata con le comuni misurazioni nel sangue o nelle urine. Quando l’organismo è esposto per lungo tempo a piccole quantità in più del dovuto di cortisolo possono insorgere le complicanze dello stress cronico:
- Ansia
- Depressione
- Disturbi digestivi
- Mal di testa
- Dolori o tensione muscolare
- Ipertensione arteriosa
- Malattie cardiache
- Disturbi del sonno
- Problemi di peso corporeo
- Disturbi della memoria
- Disturbi di attenzione
- Affaticamento cronico
- Minori performance psico-fisiche